Tommaso Minerva

Openness in Education

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[12] La Prossima Nuvola, dentro NextCloud!

Esploriamo come Nextcloud Hub consente il pieno controllo dei dati e una collaborazione sicura grazie a strumenti open source. Dalla gestione autonoma dei server alle funzionalità di sicurezza avanzate, scopriamo perché sempre più istituzioni educative scelgono questa piattaforma.


Chapter 1

Perché Possedere i Propri Dati?

Unknown Speaker

Ciao a tutti e bentornati a Openness in Education! Oggi saltiamo su un'altra nuvola: NextCloud.

Unknown Speaker

Lo faremo cominciando a chiederci perché dovremmo davvero possedere i nostri dati? Tommaso, tu che ne pensi? È solo una questione di principio o c’è qualcosa di più concreto?

Tommaso Minerva

Ciao Elena, ciao a tutti! Secondo me è molto più che una questione di principio. Se lasciamo i nostri dati su server di terzi, come quelli delle grandi piattaforme commerciali, in realtà stiamo delegando la responsabilità e il controllo. E questo, come abbiamo visto anche nella scorsa puntata sulle nuvole del cloud, può portare a rischi concreti per la privacy. Non so se ti ricordi quel caso di qualche anno fa, in cui un finto medico aveva avuto accesso ai dati sensibili dei pazienti proprio perché erano archiviati su server esterni.

Unknown Speaker

Sì, me lo ricordo benissimo! E guarda, mi viene in mente anche una situazione che ho vissuto in università: avevamo affidato la gestione di alcuni dati degli studenti a un servizio esterno, apparentemente sicuro e comodo. Poi, un giorno, ci siamo accorti che un gruppo di utenti non autorizzati aveva avuto accesso a informazioni riservate. È stato un bel campanello d’allarme. Da lì ho iniziato a chiedermi: ma perché non possiamo gestirli noi, questi dati?

Tommaso Minerva

Esatto, e qui entra in gioco il valore degli strumenti open source come Nextcloud. Avere il controllo diretto significa sapere dove sono fisicamente i dati, chi può accedervi, e soprattutto poter intervenire subito in caso di problemi. Delegare, invece, vuol dire accettare che qualcun altro decida per noi, spesso senza nemmeno rendercene conto. E poi, diciamolo, la consapevolezza su questi temi è ancora troppo bassa, sia tra docenti che tra studenti.

Unknown Speaker

Sì, e spesso si pensa che le alternative open source siano complicate o poco efficienti, ma non è più così. Nextcloud, ad esempio, offre un’esperienza d’uso che non ha nulla da invidiare ai servizi commerciali. E la differenza fondamentale è proprio quella: il tuo cloud, i tuoi dati. Non è solo uno slogan, è una realtà tecnica e culturale.

Tommaso Minerva

E poi, come abbiamo già detto in altri episodi, la trasparenza del codice open source permette di sapere davvero cosa succede ai nostri dati. Non c’è magia nera, tutto è verificabile. E questo, secondo me, è un valore enorme, soprattutto in ambito educativo dove la fiducia è fondamentale.

Chapter 2

Dentro Nextcloud: Funzionalità e Sicurezza

Unknown Speaker

Entriamo un po’ più nel dettaglio, Tommaso. Nextcloud non è solo un “disco virtuale”, giusto? Cosa offre in più rispetto ai classici servizi cloud?

Tommaso Minerva

No, assolutamente. Nextcloud è una vera e propria suite collaborativa. Oltre alla gestione dei file, ci sono chat, videoconferenze, email, calendario, strumenti Office integrati… praticamente tutto quello che serve per lavorare e studiare insieme. E la cosa bella è che ogni funzione può essere personalizzata e gestita in autonomia dall’organizzazione.

Unknown Speaker

E dal punto di vista della sicurezza? Perché, insomma, la privacy è importante, ma se poi i dati non sono protetti…

Tommaso Minerva

Certo, la sicurezza è uno dei punti di forza. Nextcloud supporta protocolli standard come SAML, OpenID, LDAP per l’autenticazione, quindi si può integrare con il login universitario o aziendale. E poi c’è la crittografia end-to-end: i file possono essere cifrati direttamente sul server, così anche se qualcuno dovesse accedere fisicamente al server, non potrebbe leggere i dati senza le chiavi giuste.

Unknown Speaker

E la gestione degli accessi? Perché spesso il problema è proprio chi può vedere cosa…

Tommaso Minerva

Esatto, e qui Nextcloud permette di creare gruppi, assegnare ruoli e privilegi molto granulari. Ti faccio un esempio pratico: nel mio dipartimento abbiamo creato gruppi per ogni corso di laurea, e ogni gruppo ha accesso solo ai materiali che gli servono. I docenti possono collaborare su documenti condivisi, gli studenti possono caricare i propri elaborati, e tutto resta tracciato. E se qualcuno fa una modifica sbagliata, c’è il versioning: si può sempre tornare indietro.

Unknown Speaker

Questa cosa del versioning è utilissima, soprattutto quando si lavora in gruppo e magari qualcuno cancella per sbaglio una parte importante. E poi, la dashboard personalizzabile aiuta davvero a tenere tutto sotto controllo: mail, appuntamenti, attività recenti…

Tommaso Minerva

Sì, e non dimentichiamo la parte di videoconferenza integrata, Nextcloud Talk. Funziona bene, è cifrata, e si integra con il resto della piattaforma. Insomma, è un ambiente completo, e la cosa che mi piace di più è che tutto resta “in casa”, sotto il nostro controllo.

Chapter 3

Espandere Nextcloud: App, Integrazioni ed Ecosistema

Unknown Speaker

A questo punto, Tommaso, parliamo un po’ dell’ecosistema Nextcloud. Perché una delle cose che mi ha colpito di più è la possibilità di installare app aggiuntive. Ce ne sono davvero per tutti i gusti, vero?

Tommaso Minerva

Sì, ce ne sono centinaia! Dalle app per creare moduli e sondaggi, alle mappe, ai sistemi di firma remota, antivirus, annotazioni sui PDF… e se hai le competenze, puoi anche sviluppare o modificare le app esistenti. È tutto open source, quindi l’ambiente può crescere insieme alle esigenze della scuola o dell’università.

Unknown Speaker

E poi c’è il tema delle integrazioni. Nextcloud si collega facilmente con Moodle, Element, Big Blue Button, Jitsi… praticamente puoi costruire un ambiente digitale su misura, federato e interoperabile. È un po’ quello di cui parlavamo anche nella puntata sul Fediverso: la forza sta proprio nella possibilità di mettere insieme strumenti diversi, senza essere vincolati a un unico fornitore.

Tommaso Minerva

Esatto, e questa federazione permette anche di collaborare tra istituzioni diverse, mantenendo però il controllo locale sui dati. Per una scuola o un’università che cresce, Nextcloud può essere adattato e ampliato senza dover cambiare piattaforma ogni volta che cambiano le esigenze. E, come dicevamo, la comunità open source è sempre pronta a sviluppare nuove soluzioni.

Unknown Speaker

Quindi, in sintesi, Nextcloud non è solo un’alternativa ai grandi cloud commerciali, ma un vero e proprio ecosistema che si adatta, si espande e si integra. E la cosa più importante, almeno per me, è che tutto questo avviene in modo trasparente e sotto il nostro controllo.

Tommaso Minerva

Sì, e penso che questa sia la direzione giusta per l’educazione digitale: autonomia, sicurezza, e possibilità di crescere insieme alla tecnologia. E magari, chissà, nella prossima puntata potremmo approfondire proprio qualche caso concreto di integrazione tra Nextcloud e altri strumenti open source.

Unknown Speaker

Ottima idea! Allora grazie a tutti per averci seguito, e grazie a te Tommaso per la chiacchierata. Ci sentiamo presto con una nuova puntata di Openess in Education!

Tommaso Minerva

Grazie Elena, grazie a tutti e… alla prossima!