Tommaso Minerva

Openness in Education

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[10] Nuovi Orizzonti del Video Educativo

Esploriamo come le piattaforme federate come PR. Tube possono trasformare la condivisione di contenuti educativi, offrendo maggiore autonomia, privacy e controllo alle istituzioni. Un viaggio nelle soluzioni open-source che ridefiniscono l’accessibilità e la gestione dei video per scuole e università.


Chapter 1

Il Fediverso e il Futuro della Condivisione Video

Unknown Speaker

Ciao a tutti e bentornati a Openness in Education! Io sono Elena Ferri, e come sempre con me c’è Tommaso Minerva. Oggi parliamo di nuovi orizzonti per il video educativo, e in particolare di come le piattaforme federate stanno cambiando le regole del gioco. Tommaso, ti va di rompere il ghiaccio?

Tommaso Minerva

Certo, Elena, grazie. Allora, partiamo dal Fediverso, che abbiamo già accennato in qualche episodio fa, se ti ricordi. La parola Fediverso è una crasi tra Federazione e Universo, ossia un universo di ambienti federati.

Tommaso Minerva

Il Fediverso è questo ecosistema di piattaforme open-source che comunicano tra loro grazie a protocolli come ActivityPub. Ecco, PeerTube è uno dei pilastri di questo sistema. La cosa interessante è che ogni organizzazione può avere la propria istanza, cioè il proprio “piccolo YouTube”, gestito in casa, con le proprie regole e i propri dati.

Unknown Speaker

Sì, e questa autonomia è davvero una svolta, soprattutto per chi lavora nell’educazione. Ti faccio un esempio pratico: nella mia università abbiamo deciso di integrare PeerTube per condividere i seminari tra diversi dipartimenti. All’inizio sembrava complicato, ma in realtà la federazione tra istanze ci ha permesso di collaborare con altre realtà, anche se non sono ancora molte in Italia. In Germania invece, come dicevi tu, Tommaso, sono già più avanti su questo fronte.

Tommaso Minerva

Esatto, e la federazione vuol dire che se due scuole o due università hanno ciascuna la propria istanza, possono “vedersi” e condividere contenuti in modo trasparente, come se fossero un’unica piattaforma. Questo allarga tantissimo le possibilità di pubblicazione e collaborazione, senza dover passare da piattaforme centralizzate che impongono le loro regole.

Unknown Speaker

E poi, non so tu, ma io trovo che questa logica di “riappropriarsi” dei propri contenuti sia fondamentale. Dopo anni in cui abbiamo affidato tutto a servizi esterni, tornare a gestire i video in casa ci dà un controllo che prima era impensabile. E anche dal punto di vista della sicurezza, sapere dove stanno i dati fa la differenza.

Tommaso Minerva

Sì, e non è solo una questione tecnica, ma anche culturale. Come dicevamo nella prima puntata, la consapevolezza digitale parte anche da qui: scegliere strumenti che rispettano la nostra autonomia e quella degli studenti.

Chapter 2

Funzionalità Chiave e Vantaggi di PeerTube

Unknown Speaker

Entriamo un po’ più nel dettaglio, Tommaso. PeerTube offre delle funzionalità che, secondo me, fanno davvero la differenza rispetto a piattaforme come YouTube. Ad esempio, la possibilità di creare canali permanenti. Vuoi spiegare tu come funziona?

Tommaso Minerva

Volentieri. Allora, su YouTube, ogni volta che vuoi fare una diretta, ti viene assegnato un canale temporaneo, che poi sparisce. Su PeerTube invece puoi creare dei canali permanenti, che restano sempre attivi. Questo è utilissimo per chi fa streaming ricorrenti, tipo lezioni dall’aula o eventi periodici. Non devi ogni volta riconfigurare tutto, hai sempre lo stesso punto di accesso.

Unknown Speaker

E poi c’è la gestione multiformato. Quando carichi un video, puoi decidere tu in quali formati convertirlo: alta, media, bassa qualità. Questo è fondamentale per l’accessibilità, soprattutto in contesti dove la connessione non è sempre stabile. E qui entra in gioco anche lo streaming HLS, che suddivide il video in tanti piccoli frammenti, rendendo la visione più fluida anche con poca banda.

Tommaso Minerva

Sì, e la vera chicca è il Peer-to-Peer Streaming. In pratica, se più persone guardano lo stesso video, non è il server a dover mandare il flusso a tutti, ma gli utenti si “aiutano” tra loro, un po’ come succede con i torrent. Così si risparmia banda e si alleggerisce il carico sul server. Questo, per una scuola o un’università, vuol dire poter gestire anche picchi di accesso senza dover investire in infrastrutture costosissime.

Unknown Speaker

Ecco, su questo ti faccio una domanda che ci è arrivata spesso: come la gestione della banda e dei formati può favorire l’inclusività nelle aule dove magari la connessione è ballerina?

Tommaso Minerva

Guarda, è proprio qui che PeerTube fa la differenza. Se imposti più formati, chi ha una connessione lenta riceve automaticamente la versione a bassa qualità, senza interruzioni. E con lo streaming HLS, anche chi si collega da dispositivi meno performanti riesce a seguire senza problemi. È un modo concreto per non lasciare indietro nessuno, che poi è uno dei principi base dell’educazione inclusiva.

Unknown Speaker

Sì, e aggiungo che poter decidere chi può vedere o scaricare i video, o se renderli pubblici o privati, ci permette di adattare la piattaforma alle esigenze di ogni classe o corso. Non è una cosa da poco, soprattutto quando si lavora con dati sensibili o con minori.

Chapter 3

Autonomia, Privacy e Competenze Digitali

Tommaso Minerva

Arriviamo al punto forse più importante: il controllo sui dati e sui contenuti. Per scuole e università, poter gestire in autonomia i propri video significa non solo maggiore sicurezza, ma anche la possibilità di sperimentare e innovare senza vincoli esterni. E, come abbiamo visto anche in altri episodi, la privacy non è solo una questione tecnica, ma anche di responsabilità verso studenti e docenti.

Unknown Speaker

Assolutamente. E investire in strumenti open-source vuol dire anche investire in competenze digitali. Quando abbiamo iniziato a usare PR. Tube nella mia università, c’è stato un po’ di spaesamento all’inizio, ma poi è diventata un’occasione per imparare davvero come funziona la pubblicazione e la gestione dei video. Non sei più solo un utente passivo, ma diventi parte attiva del processo.

Tommaso Minerva

Guarda, ti racconto un caso concreto: un liceo con cui collaboro ha deciso di passare a PeerTube per la gestione dei video delle lezioni. All’inizio c’erano dubbi, soprattutto sulla parte tecnica e sulla paura di “perdere” i video. Ma dopo qualche mese, hanno visto che avere tutto in casa, senza pubblicità, senza algoritmi che decidono cosa mostrare, ha reso più semplice anche il lavoro degli insegnanti. Certo, ci sono state delle sfide, come la formazione del personale e la configurazione iniziale, ma i benefici in termini di autonomia e sicurezza sono stati evidenti.

Unknown Speaker

E poi, come dicevi tu, Tommaso, è anche una questione di consapevolezza. Scegliere strumenti open-source non è solo una scelta tecnica, ma un modo per riappropriarsi dei propri processi e dei propri contenuti. E questo, secondo me, è il vero valore aggiunto.

Tommaso Minerva

Sì, e come abbiamo detto spesso, non esiste una soluzione perfetta per tutti. L’importante è iniziare, sperimentare, e costruire una cultura digitale più consapevole. E magari, chissà, tra qualche anno vedremo molte più scuole e università italiane federate tra loro, a condividere contenuti in modo sicuro e aperto.

Unknown Speaker

Speriamo davvero! Direi che per oggi possiamo fermarci qui. Grazie a tutti per averci seguito, e grazie a te Tommaso per la chiacchierata sempre stimolante.

Tommaso Minerva

Grazie a te Elena, e grazie a chi ci ascolta. Ci sentiamo alla prossima puntata, dove continueremo a esplorare insieme il mondo dell’open source nell’educazione. Ciao a tutti!

Unknown Speaker

Ciao a tutti, alla prossima!